giovedì 12 aprile 2012

I danni del fluoruro


Nel silenzio mediatico che caratterizza questo genere di eventi, sono stati di recente pubblicati due importanti libri in merito. 

Il primo, uscito nel 2006, è un rapporto redatto dal Consiglio Nazionale per le Ricerche (NRC) statunitense, il primo in 65 anni di storia della fluorurizzazione dell’acqua pubblica. Si tratta di una revisione scientifica degli standard finora utilizzati per stabilire le concentrazioni di fluoruro accettabili.
Il secondo, “The Case Against Fluoride”, edito nel 2010, è una ricerca di tre medici, che passa in rassegna tutta la letteratura scientifica disponibile sul fluoruro.

Entrambe queste opere portano alla luce decine e decine di studi scientifici che dimostrano la pericolosità del fluoruro, in particolare per quanto riguarda: fluorosi dentale, fluorosi dello scheletro, fratture. 
Il rapporto del 2006 dell’NRC conclude che gli standard usati (di 4 e di 2 mg/L) sono “non protettivi per la salute pubblica”. Indica inoltre che le persone che vivono in zone dove l’acqua è fluorurizzata assumono giornalmente una quantità di fluoruro molto maggiore di quella considerata sicura (0,06 mg/Kg al giorno).
“The Case Against Fluoride” elenca moltissimi altri studi, non disponibili nel 2006, passando in rassegna tutti i danni del fluoruro sulla salute: danni al cervello, al sistema endocrino (in particolare alla tiroide: negli USA il secondo farmaco più prescritto è la levoxitina, per regolare le funzioni della tiroide), i reni, le ossa (indebolimento dello scheletro, osteoartriti, tumori delle ossa anche nei giovani).

Uno studio del 1978 rivelò che basta una concentrazione di 1 ppm (parte per milione), cioè quella consigliata per la fluorurizzazione dell'acqua negli USA, per diminuire la resistenza delle ossa. 
Il fluoruro è l’ingrediente fondamentale di psicofarmaci come il Prozac (fluoxetina cloridrato), il Roipnol e il Sarin. Effetti sul cervello erano stati dimostrati fin dalla